Storia di due giovani sposi era il 1915

In quel di Uta provincia Cagliari, era il 1915, mio nonno e mia nonna materna giovani promessi sposi si fecero immortalare in questo scatto, avevano rispettivamente 25 e 23 anni. da li a poco mio nonno venne chiamato per la prima grande guerra, andò a combattere sul Carso, con lui suo fratello gemello Francesco, Francesco mori e le sue spoglie sono custodite presso il mausoleo di Re Di Puglia, il nonno invece fu congedato poco prima della fine della guerra nel 1917/18 per una pallottola vicino al ginocchio, non gli venne mai estratta, ricevette la medaglia ‘d’argento al valore e gli onori di Cavaliere di Vittorio Veneto, dopo un ventennio venne richiamato anche per la seconda guerra mondiale presso il distretto di Iglesias, come scrivano. finiti i conflitti tornò sempre al suo vero mestiere, pastore, aveva capre e pecore.

Durante la prima e anche la seconda guerra il bestiame venne accudito dal suo aiutante di nome Efisio, ebbi la fortuna di conoscerlo in località, su Medau de Monti Arcosu, dove molti anni dopo la seconda guerra badava ancora li le greggi che mio nonno gli cedette subito prima del matrimonio di mia madre nel 1950. Mia madre Consolata era nata nel 1927, e durante la seconda guerra era lei con le sue sorelle grandi a controllare e amministrare, mentre nonna Greca, accudiva e gestiva la piccola bottega di alimentari, a tennero sino al 1960.  Ero bambino e ricordo quelle credenze con tanti cassetti con il vetrino per vedere cosa contenevano, il contenuto in prevalenza era la pasta sfusa, mentre nelle scansie oltre gli alimentari in scatola vi erano esposti quei quaderni neri a righe e quadretti i cui fogli interni avevano al lato una riga rossa, nel retrobottega c’era il carbone sfuso con la cesta e la bilancia romana per la pesa, sul bancone invece la bilancia a piatti con supporto in marmo bianco e tanti pesi incastrati nei lati per gestire la pesata.

In quel periodo esistevano ancora le monetine da una e due lire ne conservo alcune gelosamente, allora era difficile vedere una carta moneta, ne giravano poche.

Altri tempi e altre realtà. Allora si viveva meglio o peggio? sicuramente meno stress e meno inquinamento, il rapporto tra le persone era più gioviale, non importava vi fosse ricchezza o povertà, tutti si aiutavano,  tutti si conoscevano, sopratutto tra loro vi era maggiore rispetto.Nonni materni Greca classe 1893 e Raffaele classe 1889

Lo stato d’assedio…

Oggi più che mai, il solo pensare alla burocrazia, mi riporta al periodo medioevale, a “Lo stato d’assedio” un’opera teatrale in tre atti di Albert Camus scritta nel 1946,

Nonostante il soggetto, l’opera ha dei risvolti tragicomici, i caratteri dei personaggi sono esagerati e spesso grotteschi, tanti anni fa con un gruppo di amici volemmo rappresentarne un sunto con un cortometraggio tutto amatoriale, se tra il titolo e l’inizio delle scene si deve attendere un pò non è un caso….

Ero un pò meno brizzolato 🙂

Donna

Perchè citare una poesia?
Non sempre si è in grado di esprimere con le proprie parole quel sentimento che proviene dal cuore…

Donna
di Madre Teresa di Calcutta

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni…
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di fotografie ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!!!

Guardare oltre

Sa vida esti unu trumentu, ma  scidi gosai chini scidi castiai a’innantisi a su ghelu.
La vita è un tormento, sa gioire chi sa vedere oltre il cielo.
                                                                                                                                                                            Deu
 

Immagine

Dal 69 …

013_13

Vivere nell’incertezza del domani, tra burocrazia e profittatori.

Essere nati dopo la seconda guerra mondiale non vuol dire che ci siamo salvati da qualcosa.

 Viviamo in un altro momento, incombe un’altra guerra, quella dove i poveri sono sempre più poveri e i ricchi si arricchiscono sulle spalle dei poveri…

                         Che siano i corsi e i ricorsi

Il Pensare… quando diventa il faro dell’amore…

Faro

La fragilità dell’uomo nel suo pensare, qualcuno come Pascal lo paragona ad una canna esposta al vento.

L’uomo che vive nella pigrizia, non per sua colpa cade dentro il baratro dell’apatia, muore.

Muore perché preso dal pensare al negativo, muore perché non ha più voglia di lottare, muore trascinato dal vento del tempo che inesorabilmente scorre…

Vivere oggi in una guerra senza armi, in una guerra che non è guerra, ma di una società fatta di egoismi, priva di valori…

Rimpiango il passato, quando si era agli inizi del consumismo, la pubblicità lanciata solo dai caroselli, poi i bimbi tutti a letto.

Anche allora vi erano i poveri, i ricchi e quelli che stavano nella via di mezzo, forse anche tante malattie che non si potevano curare e si moriva per un semplice raffreddore, ma la vita scorreva in una società piena di valori, nel paese meno macchine, si rispettavano gli anziani, ci si fermava per un saluto… Oggi?

Si ha più tempo per pensare, nessuno si ferma più ad ascoltare chi ha qualcosa da dire, tutti vanno di corsa senza accorgersi di cosa vi sia intorno.

La voglia di ricchezza ci ha resi tutti più poveri, la nostra mente si ferma nella sua solitudine a pensare, pensare: “cosa mi devo aspettare per il mio domani”…

Basterebbe un giardino, un orto da innaffiare, non fare la guerra col vicino di casa per una briciola caduta dal balcone, non essere invidiosi, quando piove se si è in auto rallentare quando incontri un pedone per non bagnarlo con schizzi lanciati dalla ruota, basterebbe se si è giovani cedere il posto alle persone anziane anche se orgogliosamente direbbero “non importa c’è la faccio”, basterebbe non essere arroganti e non dire “lei non sa chi sono io”, basterebbe rispettare in silenzio la fila alla fine tutti giungiamo alla meta… “avanti c’è posto per tutti”.

Per non essere fragili, basterebbe avere la capacità di amare.